Tutti rotti, tutti rotti.

Un messaggio a C nella notte del 16 Novembre.

Come se l’avessi capita per la prima volta e la pace terrificante sia il terreno di una guerra irrequia disadattata di suo. Ma il genio ci tocca a questione, già che l’amore prossimo ce lo rende a carezze ogni volta. Bello sei, mio dolce disperato: bellisssimo muta un pò.
Senza che sia possibile per le premesse.
Monta il ghigno ebbro dell’unica libertà mai posseduta
la spossessata.
Il nervo teso parlante i lagrimai traboccanti.
Voglio dire l’emotivo offerto, ancora e ancora e ancora
Sboccato umido solo nel solo essere solo roboante.

Pare s’appelli narciso st’anfratto.
Pare che siamo passati.
Pare vizio, sempre da correggere.
Quando a me pare che siamo propriamente e maschere.

Passando per un lungo corridoio a passo sostenuto grandi finestre danno vedute rotte.
E’ la notte.
E’ arancione, fatta di fili e cementi sgualciati.

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