We are the first people that can be the last
Per l’occasione della proiezione a New York di Alarm, scrivevamo a Marco, come spesso capita in queste occasioni, chiedendo se volesse recapitare senso oltreoceano con alcune righe. Abbiamo ricevuto quanto segue. Per questioni di spazio/tempo/contingenze il testo non è poi andato sul video, ma trova spazio qua. – – – Tu, se umano, di tutti gli orrori dell’umanità sei responsabile, chiamato al riscatto: non solo dei tuoi personali, amici, parenti, simili, connazionali eccetera, ma anche di nemici e diversi e lontani. Non dire: “ quelli non sono umani”, perché questa è stata e sarà la radice prima di ogni orrore disumano dell’umanità. Dì piuttosto, se non te la senti di prendere quel carico: “ io non sono umano ”. Questo è onesto, può essere il primo passo, perché chi davvero può credere di poter portare quel peso? Poi, di questa incompiutezza puoi fare comune terreno di crescita e riscatto, con altri incompiuti inquieti, oppure, invece, accontentarti di questo e dire: “ lasciatemi dormire in pace”. Aspirare al limbo, avendo una sola occasione di provarsi a vivere da umano è triste, ma chi potrebbe giudicare? Se davvero sei a questa disperazione, malgrado te, sei pronto a svegliarti, al primo incontro. Svegliarti in condizione di capire che in quest’oceano di statico divenire: condizione di trasformazione, tutti i fiumi orientati da un senso sono sboccati e qui navigare non è discendere o risalire la corrente, qui si balla (davvero, cari marinai d’acqua dolce). Solo tra incompiuti inquieti in lutto di ogni fiume, con nostalgia di ogni senso, portatori di ogni responsabilità, distanti da ogni porto, solo tra loro, verrà ancora determinato il senso. Il senso, la direzione, il dove, per il resto sono determinati dalle cieche correnti e tempeste del denaro delle armi e della psicologia animale, dell’etologia umana. Tu, se umano, di tutti i mondi, i sogni, le forme di vita del senso, del significarsi umani, sei ormai orfano. Non solo della tua provenienza culturale, in lizza e coro, discordia e differenza con le altre, ma anche di tutte quelle, sei orfano, in un colpo solo. Tutte le tradizioni e forme di vita: Gallo, Romano, Greco, Egiziano, Cinese, Samoano, Giapponese, Russo, Americano, Pellirossa, Africano, Ebreo, Cristiano, Mussulmano, Induista, Buddista, Illuminista, Liberale, Comunista, e i mille e mille fiumi orientati nel senso, si compiono incompiuti in quest’ora qui, dove tutti sono presenti e perduti, e ne sei orfano, erede della loro bellezza, responsabile dei loro fallimenti e, nella loro incompiutezza, incompiutamente umano. Assumi questa incompiutezza come un debito e una chance, o ti verrà attribuita come patologia, di cui molte pseudoscienze pretenderanno di conoscere la cura. We are the first people that can be the last, and probably they are. So, we are the result of mankind. Humanity’s story finds a bit of sense in us, or not. But no meaning can be told as meaning of life, because how we live and die and talk is the meaning of all. If we are alone in the universe, we are the only meaning of all (no meaning in nature, and God itself, if exist, wait hour opinion. Isn’t it?). May be there is a future humanity after us, of course, but only if we want and act to get it. So we are the first to be the last, not in fact, but in law, as possibility. So the meaning is what we will, each other, do. La foto è tratta da Panighiri, Grecia 2014, archivio MMAV (museo mediterraneo di antropologia viva) |
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